Il caffè delle diaspore

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giovedì 17 settembre 2015

LA MARCIA DEI POPOLI




Davvero superfantastica la serata che si è tenuta oggi al Polski Kot.
Ospiti fantastici sono stati : Ilda Curti, assessore all'integrazione del comune di Torino, Matteo Zola.. e che dire.. una favola senza fine, Giorgio Fruscione che ci ha illustrato la rivista MOST e Carlo Pallard che ci ha dato il suo parere sulla Turchia.
Sono stati trattati molti temi sull'immigrazione.
Non si poteva non fare un accenno alla grave catastrofe umanitaria che si sta vivendo in queste ore al confine Serbia - Ungheria.
Da notare come queste persone si mettono in "marcia", ovvero qualsiasi mezzo è utile al fine, ovvero una speranza.
Per tutto il secolo scorso in Europa non si è fatto altro che emigrare e non solo per questioni di guerre, anche per questioni economiche. Gli italiani sono emigrati moltissimo. Senza contare il ritorno in patria degli italiani d'Istria, dobbiamo tener presente che un milione e mezzo di italiani sono partiti in cerca di fortuna.
Dobbiamo distinguere tra migrante e rifugiato poichè la legge parla chiaro e da o toglie garanzie in base allo stato, per cui dei nigeriani che lavoravano in Libia non erano considerati profughi che scappavano dalla guerra perchè in Nigeria non c'è una guerra dichiarata.
In italia, aimè, è ancora in vigore la Bossi Fini, nonostante ci siano state numerose variazioni alla legge dovute al fatto che alcune parti della legge erano illegali.
Da 20 anni il Mediterraneo è una ecatombe anche se i mass media ci dipingono un attacco tipo invasione che è ridicolo. Parliamo di numeri tipo 200.000 contro 60 milioni di abitanti.
Il 70% delle domande di asilo viene respinto.
I numeri per la regione africana sono di molto superiori a quelli europei. Parliamo di un milione e mezzo di rifugiati in Turchia e in Libano una persona su quattro è un profugo.
Per quanto riguarda i siriani, solo lo 0,2 % arriva in Europa e questo dato da la drammaticità della situazione in Turchia.
L'Europa non fa altro che investire dei soldi per diventare una fortezza. Si sono dimenticati gli ultimi anni, si mettono le persone sui treni e li si porta forzatamente dove loro non vogliono andare, gli si mette un numero sul braccio.. tutto come se avessimo dimenticato la nostra storia.
Per fortuna che qualcosa si sta muovendo, soprattutto in Piemonte. Stanno aumentando sempre più le famiglie che chiedono di occuparsi dei profughi e veramente tanti complimenti ad Ivrea che ha una lunga tradizione di accoglienza.
I migranti non vogliono rilasciare i propri dati e le impronte digitali in Italia poichè se lo fanno, poi vengono parcheggiati per almeno un anno senza risposte.
Dobbiamo cambiare al più presto la convenzione di Dublino.
Si ringraziano tutti i partecipanti e in particolare il nostro neo papà Alessandro

cafebabel.it/torino 




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