Il caffè delle diaspore

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giovedì 12 novembre 2015

VENT'ANNI DA DAYTON. SECONDA PARTE

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Al rientro della pausa pranzo le signore strabuzzano gli occhi.
Al posto dei relatori siede un militare che dire bello è dire poco. Si tratta del giovanissimo e bellissimo Tenente Colonnello Paolo Mazzuferi, del Centro studi post conflitti.
Accanto a lui Umberto Morelli e Jorg Luther.



Inizia Umberto Morelli con una descrizione delle guerre jugoslave molto dettagliata. Impossibile scrivere tutto, ma ha messo in luce l'assoluta assenza di una politica estera condivisa in UE e quindi l'intervento americano con Dayton. All'inizio Milosevic era contrario alla scissione slovena e croata, ma alla vista della politica assurda europea ha pensato alla grande Serbia, visto che Slovenia e Croazia facevano i loro interessi a danno dei serbi, in particolare in Krajina. La UE continuava a decidere di non decidere nulla. Se in Slovenia tanto quanto non c'erano serbi, la Croazia non tutelava le minoranze e questo non poteva essere accettato da nessun paese democratico. La Serbia dal canto suo parlava di quarto reich rivolgendosi alla politica tedesca che aveva non pochi interessi economici nella zona. Alla fine sia la UE che l'America si sono dimostrate incapaci di gestire la situazione balcanica. Inoltre tutte le piccole regioni che vogliono distaccarsi dal loro paese madre in UE sono gravemente pericolose. La "balcanizzazione" produce solo guerra.

E veniamo al nostro splendido bersagliere. Il Tenente Colonnello Mazzuferi ha fatto un elenco di tutte le missioni in Bosnia e ha detto che ogni missione, nel corso degli anni, è stata fatta tenendo presente degli errori delle politiche europee degli anni precedenti e sempre migliorata. Si è capito che le regole di ingaggio del caschi blu a Srebrenica non erano sufficienti a salvare la popolazione e la presenza dei militari era troppo "light". Non si puo' comunque dimenticare che il Monastero di Decani è ancora in piedi proprio grazie al coraggio dei militari italiani.

L'intervento di Jorg Luther è stato rivolto alla costituzione della Bosnia e al fatto che è avvitata su se stessa. Giusto tutelare anche le minoranze e questo deve spingere urgentemente i politici a cambiare le leggi

Per il Comune di Torino era presente Maria Bottiglieri che ha portato il suo prezioso contributo



Dal 12 al 26 novembre, nel cortile del Rettorato è esposta la mostra "Paesaggi bosniaci" a cura di Adl e dell'Istituto De Ambrois di Oulx

Si ringraziano tutti i partecipanti e in particolar modo gli organizzatori: cisp.unipmn.it

Centro studi post conflitti

Intervista con Zlatko Dizdarevic

Università del Piemonte orientale

Politecnico di Torino

Adl Zavidovici

Dipartimento di studi umanistici





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